La Sanità è fatta di persone

Una mattinata all’ospedale San Paolo

Capita a tutti che la routine quotidiana venga spezzata da un imprevisto.

È capitato a me oggi: è arrivata nel cuore della mattinata una violenta crisi allergica, mi sono terrorizzata e fatta accompagnare all’ospedale. Qui mi si è aperto davanti un capitolo infinito fatto di quotidiana sofferenza, di uomini e donne da entrambi i lati della trincea. Mi estraneo e mi sembra di essere in una poesia di Di Giacomo, tutto è ovattato, rumori confusi ed accavallati. Persone che si lamentano, appaiono barelle che sembrano guardarsi in cagnesco pronte a muoversi allo sventolare della bandiera verde, tutte aspettandosi un paziente tranquillo che non le faccia cigolare continuamente. Infermieri, barellieri, medici muoversi a volte in modalità 33 giri, altre alla moviola, fluttuando in un unico ambiente caldo e all’odore di disinfettante, ma un ago infilato nel braccio mi riporta alla realtà. Purtroppo tutto prende vita davanti ai miei occhi e la realtà è molto meno fiabesca. Una sala d’attesa piena all’inverosimile, persone sedute o poggiate ai muri ognuno con la propria sofferenza, ma poiché l’umanità è varia, garbo, gentilezza spesso cedono il campo ad aggressività e insofferenza.

Al di là della porta sorvegliata dalla vigilanza persone che si lamentano per futili motivi, altri che si lamentano dal dolore, infermieri che rincorrono barelle destinate a diventare letti per i ricoverati, medici che si spostano da un lato all’altro del pronto soccorso per fare il loro “ippocratico” lavoro, dando consigli, rassicurando e intervenendo prontamente per le emergenze. Ed io intanto continuavo a tossire.

Un girone dell’inferno senza anime ma fatto di persone. Allora mi prende un groppo alla gola, io sono una credente e quindi inizio in silenzio a pregare. Non prego per me, io ormai sono al sicuro, una flebo fa scendere goccioline che mi fanno stare meglio; prego per loro, per tutti, per chi soffre ed ha paura, per i familiari afflitti ed impotenti, per i medici e per tutto il personale. Certo siamo uomini tutti, in un tempo siamo medici e in un altro pazienti, bisognerebbe essere in empatia gli uni con gli altri, non è facile me ne rendo conto.

E allora mi ritorna in mente Di Giacomo e la sua poesia, “Lassammo fa’ a DIO”. Sembra stata scritta ora, Dio ci ha dato il libero arbitrio ma spesso ciò viene confuso con “Scelgo io per tutti” . Noi abbiamo bisogno di persone che facciano il proprio dovere, a noi servono uomini che si diano da fare, che mettano le loro professionalità al servizio del cittadino, che la smettano di pensare ai propri interessi o a questioni marginali. A noi serve un sistema nuovo che tenga conto delle nuove tecnologie e di un modo civile di fare sanità, che si faccia carico degli interessi di tutti, lavoratori ed ammalati. Abbiamo bisogno di uomini competenti al posto giusto, esigiamo uomini Onesti.

Patrizia L’Astorina

Presidente Associazione Napoli Ovest