Il brusco risveglio della Bella addormentata?

Se dovessi indicare quale lettera dell’alfabeto mi rappresenta al meglio, quella idealmente tatuata nel mio profondo non sceglierei l’iniziale del mio nome ma senza alcun dubbio, indicherei la lettera B, quello a cui sono legata in questo mondo e che mi caratterizza inizia con la lettera B, che scrivo sempre in maiuscolo perché è dominante nel mio universo.

La Biologia, materia di studio, lavoro e passione quotidiana.

Mio nonno Beniamino, 102 anni ancora in vita e dono ancora più grande lucidissimo e compagno di chiacchierate, ha combattuto per questo paese, ha lottato per i diritti dei lavoratori quando non esistevano, mio nonno, l’ultimo casco giallo rimasto della fabbrica Ilva-Italsider di Bagnoli, ed è facile intuire che l’ultima lettera B maiuscola sia dedicata a lei.

Bagnoli, la nostra municipalità in una posizione geografica tale da renderci Flegrei, non subito associabile di nome ma sicuramente lo è di fatto e la natura del sottosuolo che ci rende figli della terra ardente si è manifestata con forza la notte del 13 marzo del 2025, una scossa che qualsiasi adulto che abbia vissuto anche la passata crisi bradisismica degli anni ottanta non aveva mai provato.

Io stessa degli istanti della scossa ho memoria confusa e non perché ci abbia colto nel pieno della notte ma perché è stato qualcosa che il mio corpo non aveva mai provato, conosco e riconosco le magnitudo fin da bambina ma 4.6 no, non l’avevo mai provata e il corpo non l’ha associata subito ad una scossa, mi ricordo di me più nitidamente subito dopo, in piedi, lo stupore e immediatamente dalla strada il rumore della gente svegliata e spaventata.

Bagnoli si è svegliata in una nuova realtà fatta di sgomberi, diffide, squadre di vigili del fuoco presenti ad ogni ora nel quartiere per controllare gli edifici e alla paura si sono sostituite confusione e lo sgomento di provare sulla nostra pelle che i piani e gli interventi che dovrebbero far fronte all’immediatezza di un forte sisma non sono poi così immediati e scontati.

L’assenza fisica sul territorio delle figure di riferimento a cui rivolgersi ha creato un vuoto che ha spaventato più della scossa stessa.

Il tutto accompagnato dalla non percezione del pericolo e dei disagi dei non flegrei, quella parte della città di Napoli che non avvertendo il bradisismo lo legge e lo apprende solo dai media e che ha continuato la vita quotidiana facendoci sentire di fatto una comunità isolata ad affrontare un evento che ha colpito duramente gli edifici e le vite bagnolesi.

In tanti si sono uniti in appuntamenti e incontri avvenuti giorno dopo giorno per capire cosa fare, cosa chiedere alle istituzioni e come chiederlo il più velocemente ed efficacemente possibile. Quello che mi ha colpito è che molte persone che partecipano ad assemblee e incontri non hanno subito danni materiali alle proprie case ma hanno avvertito il danno subito all’identità di un quartiere che è stato lasciato ad un fai da te di comprensione burocratica e capacità economica che potremmo sintetizzare come ‘si salvi chi può’ e hanno avvertito il grande pericolo che può nascere da questo…l’abbandono del quartiere da parte di chi ha subito la perdita e dell’abitazione e si vede lasciato solo in un labirinto di diffide, schede tecniche, piattaforme on line, alloggi male assegnati e contributi economici non ancora erogati e questo segnerebbe il passaggio dal sonno alla morte di Bagnoli.

L’Assemblea Popolare di Bagnoli è stata motore e catalizzatore dell’energia fattiva ancor prima del sisma del 13 marzo e senza sosta nel post scossa, quel punto di aiuto per centinaia di persone che ancora oggi fanno molta fatica tra sportelli di aiuto inconsistenti e figure politiche locali e nazionali che se non rimpallano le decisioni, agiscono con azioni economiche e tecniche offensive.

Siamo a 2 mesi da quella notte e quella gente svegliata di colpo si è in parte destata anche da un torpore di partecipazione e consapevolezza che questo quartiere vive da tempo, da quella dismissione di una fabbrica che ha lasciato un quartiere in eterna attesa di riconversione e che decennio dopo decennio si è assopito nella sua identità, quella Bella addormentata che ormai riposa pigramente e non crede più di doversi destare.

Quella X che indica il numero dieci della nostra municipalità in questi mesi è stato il segno moltiplicatore della voglia di restare.

Alessia D’Angelo

Biologa, Bagnolese, Assemblea popolare Bagnoli