L’Opera d’arte dei Campi Flegrei, un’Opera pubblica da finanziare

Io non sono un figlio di questa Città. Potrei definirmi un figlio adottivo, dal momento che ci vivo da 45 anni, e ne ho passati solo 18 nella Città nella quale sono nato. Molti amici mi conferiscono questo onore per stima nei miei confronti.

Sono innamorato di Napoli, la amo profondamente, come amo visceralmente Catanzaro, la Città che mi ha dato i natali.

Catanzaro è il capoluogo della Calabria, zona sismica per eccellenza.

Quando a 18 anni mi sono trasferito, nel 1980, Napoli mi ha accolto con un terribile terremoto, ma io ero già abituato a sentirli i terremoti, anche se non di quella violenza. Subito dopo ho vissuto il bradisismo degli “anni 80”. Insomma, da questo punto di vista, non mi sono fatto mancare niente!

Per conoscere Napoli, di certo, non è sufficiente venirci da turista. Certo, puoi ammirare le sue bellezze artistiche e naturali, anche se, in questo posto pure quello che ha creato la natura, è arte!

Napoli è arte per le sue contraddittorietà, è arte per i suoi eccessi, per i suoi sbalzi d’umore repentini, per la sua teatralità, in tutti gli aspetti della vita.

Sono arte i Campi Flegrei per la loro bellezza, per la loro storia millenaria. Sono arte perché i Campi Flegrei sono un “laboratorio di teatro scientifico”, a cielo aperto, nel quale va in scena un fenomeno che si chiama “Bradisismo” che, nonostante tutti ne parlino, rimane sconosciuto ai più!

Si, va bene, noi Geologi… “ah scusate, non mi sono presentato”!

Mi chiamo Lamberto Lamberti… è arte anche il nome che i miei genitori hanno scelto per me! Sono un Geologo, quindi, in questo momento, mio malgrado, sono un attore di quest’opera che sta andando in scena dal titolo “Il Bradisismo dei Campi Flegrei”, in versione nuovo secolo.

Come stavo dicendo prima, … si va bene, noi Geologi facciamo la parte di quelli che sanno tutto, ma non è vero! Le nostre conoscenze scientifiche si fermano fino ad un certo punto… ad una certa profondità, direi. Poi ragioniamo per dati statistici e per ipotesi.

Abbiamo una formazione culturale che dovrebbe permetterci di fare previsioni o, quantomeno, di ipotizzare possibili scenari futuri, in funzione delle conoscenze tecniche e della nostra capacità di immaginare.

In realtà, abbiamo il dovere di farlo!

Queste nostre qualità e capacità, direi uniche, in simbiosi con quelle delle altre categorie tecniche (Ingegneri, Architetti, Geometri, etc), dovrebbero essere messe al servizio della Comunità.

In genere, noi tecnici, quando non ricopriamo ruoli di carattere politico facciamo tutto questo. Il difficile è fare tutte e due le cose perché, per varie ragioni e circostanze, le soluzioni ai problemi non coincidono quasi mai e, non è detto che due soluzioni differenti non siano entrambe valide, per ragioni differenti, …ma non è questo il caso!

Le difficoltà, allora, quando si presentano?

Io direi, che si presentano quando le ragioni politiche e tecniche, le soluzione ai problemi, politici e tecnici, casualmente coincidono, ma si scontrano con delle ragioni politiche di gestione, o presunta tale.

Questo è proprio il caso dei Campi Flegrei!

Faccio un passo indietro, ritorno a parlare di me stesso.

Faccio parte dell’Assemblea Popolare di Bagnoli e dei Campi Flegrei, e insieme ai Compagni, stiamo portando avanti una lotta di tutela delle ragioni e dei diritti dei Cittadini colpiti dalla scossa del 13 marzo scorso di magnitudo 4.6, che ha sconvolto la vita del Quartiere Bagnoli.

L’Assemblea Popolare era già in azione, perché già numerosi eventi sismici, anche di energia consistente, avevano colpito l’area nei due mesi precedenti. Ricordo che nel tardo pomeriggio del 12 marzo, avevamo fatto un’assemblea molto partecipata, sull’argomento, nei locali della Casa del Popolo di Villa Medusa.

Dopo poche ore c’è stata la scossa! La più energetica mai registrata nei Campi Flegrei, in epoca strumentale!

Tralasciando le questioni tecniche, sul perché una scossa di tale magnitudo e, soprattutto, di tale accelerazione al suolo, ha colpito solo il Quartiere di Bagnoli e la parte confinante del comune di Pozzuoli, da quel giorno la vita del Quartiere non è stata più la stessa, e neanche la nostra, per il moltiplicarsi degli impegni a sostegno della Comunità.

Gli impegni e le azioni di tutti i Compagni dell’Assemblea Popolare si sono infittiti e, dopo l’azione di forza, durante la notte del 13 marzo, che ha prodotto l’apertura dei cancelli dell’ex base NATO, per accogliere chi era scappato dalle proprie abitazioni, ci sono state una serie di iniziative sfociate nell’incontro in Prefettura con il Prefetto e il Sindaco di Napoli e, soprattutto nella manifestazione del 21 marzo a Bagnoli, a latere della quale, è stato consegnato un documento costituito da più punti di rivendicazione, ai Ministri Salvini, Piantedosi e Valditara, in campagna elettorale a Città della Scienza.

Già dall’incontro con il Sindaco di Napoli, nonché esimio ingegnere, sono emerse le contraddizioni, tra le scelte di carattere tecnico e quelle di carattere politico, per il medesimo argomento.

Il giorno successivo alla manifestazione, siamo stati contattati dalla Prefettura per un incontro programmato per giovedì 27 marzo a Palazzo Chigi, con il Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci.

Questo incontro è stato uno “spettacolo a parte”!

Siamo andati a Roma, con un autobus, pagato con un’autotassazione di una trentina di partecipanti e con l’aiuto di alcuni commercianti del Quartiere di Bagnoli, che hanno testimoniato la loro partecipazione e presenza, sia pure in loro assenza fisica, sostenendoci economicamente, addirittura fornendoci il vitto.

Dal Ministro è salita una delegazione formata da sei Persone, quattro Compagne e due Compagni, io tra questi.

All’incontro oltre noi sei, insieme al Ministro Musumeci, erano presenti il Prefetto di Napoli, il Capo di Gabinetto e il Cancelliere che verbalizzava l’andamento dell’incontro.

La prima nostra richiesta è stata quella che venisse verbalizzato l’incontro e che ci fosse fornita copia della verbalizzazione. Il Ministro ha subito precisato che l’incontro sarebbe stato verbalizzato, ma che sarebbe rimasto come documento interno, agli atti del Ministero, e che nessuna copia ci sarebbe stata fornita.

Una volta seduti, l’esordio del Ministro è stata una lamentela.

Ma come? Io vi ho ricevuti e voi, sotto Palazzo Chigi, avete esposto uno striscione che ricorda alla gente, che passa li per caso, che esiste un problema nei “Campi Flegrei”? concludendo…”Mah! Ognuno si regola come crede”.

Come se quell’incontro fosse una visita di cortesia per un caffè, e non per discutere del fatto che migliaia di persone non potessero più disporre della propria abitazione.

Ma per questo il Ministro era già stato chiaro in Parlamento!

“E’ colpa degli Abitanti dei Campi Flegrei, se abitano ai Campi Flegrei e si beccano il terremoto”.

Il Ministro è di origine catanese, ed ha una casa alle Pendici dell’Etna, come egli stesso ci ha ricordato, per “giustificare” o ”rinforzare”, in realtà, quella frase e quel concetto infelice!

Salvo poi, essere ripetutamente provocatorio sull’argomento. Ma tant’è!

Sapevamo che l’avrebbe fatto e non siamo cascati nel tranello, non perdendoci in polemiche inutili, andando avanti nell’esposizione dei punti che avevamo incluso nel documento che abbiamo consegnato.

La cosa che, però mi ha più colpito, è stato il suo modo di “gestire” l’incontro.

Ha tenuto a precisare che sarebbe stato lui a moderare le conversazioni e, così ha fatto!

Abbiamo parlato tutti, ma è stato lui a dare e togliere parola, anche bruscamente quando, come nel mio caso, l’argomento trattato avrebbe potuto lasciare un suo fianco scoperto.

Sono tecniche classiche di comunicazione di chi, in realtà, non vuole dare molti margini alla trattativa e tende a mettere a disagio l’interlocutore… per chi vuole farsi mettere a disagio.

Gli unici argomenti che l’hanno, non dico turbato ma, interessato, sono stati l’intervento di una Compagna che ha ricevuto lo sgombero per l’inagibilità del proprio stabile e la diffida per la messa in sicurezza “ad horas” dello stesso, la quale con molta partecipazione emotiva, ha espresso al Ministro la volontà di non abbandonare la propria casa e il proprio Quartiere, di volerlo vedere rifiorire, nella sua funzione sociale, ricordandogli la storicità dello stesso.

L’altro argomento trovato “interessante”, è stata la segnalazione di un Compagno che denunciava la speculazione in atto sugli affitti.

In quel caso, ha ripetuto per ben tre volte, rivolgendo lo sguardo con fare interrogativo al Prefetto, che si trattava di un atto gravemente illegale.

Il Prefetto, apparentemente in imbarazzo, ha risposto con un semplice…”stiamo lavorando”

Il resto delle nostre argomentazioni sono passate quasi inosservate, pur ascoltandoci.

Quando è stato il “mio turno”, da tecnico, ho chiesto al Ministro la messa in atto di un’azione preventiva in tutti i Campi Flegrei, quantomeno, per quella parte interessata dal rischio sismico, che è anche limitata rispetto al territorio coinvolto dal rischio vulcanico.

Ho chiesto (ma era scritto nel documento consegnato) di mettere in atto le misure di pianificazione territoriale, peraltro normate dalla legge, ma inesistenti (microzonazione di terzo livello), i successivi e mirati, studi di vulnerabilità secondo le normative vigenti e non a “Uocchio, Mast’occhio”, come si stanno facendo con gli inutili studi Plinius, le inutili schede AeDES o schede Cartis, per poi arrivare, a seconda dei casi, agli eventuali ripristini funzionali o miglioramenti sismici o adeguamenti sismici, secondo le normative vigenti.

Mi ha risposto che ci sarebbero voluti 25 anni!

Alla mia obiezione, “se ci si mettesse a lavorare basterebbero, due, tre, quattro anni” mi ha detto che ci sarebbero voluti molti tecnici… come se adesso il problema fosse quello di far lavorare le persone.

Notato l’impenetrabile “muro di gomma”, ho fatto notare, credo in modo deciso, che non facendo prevenzione, al prossimo evento sismico importante, saremmo ritornati a parlare di ciò che poteva essere fatto e, che non è stato fatto!

Detto ciò, il Ministro, infastidito, è passato ad altro!

Un altro momento di attrito, c’è stato in occasione di un chiarimento che ho chiesto, mentre il Ministro elencava le “meraviglie” che il Governo pensava di mettere a disposizione per “risolvere”, proprio le questioni che avevo posto.

Queste “meraviglie” sarebbero consistite nel fatto che, i Cittadini allontanati dalle loro case sarebbero rientrati entro 150 giorni e che, per i proprietari di case che avessero avuto voglia di procedere autonomamente allo studio di vulnerabilità del proprio edificio, ci sarebbe stato un aiuto dello Stato, pari al 50% della somma (prevista o spesa, non è dato saperlo).

Per tutto ciò lo Stato prevedeva di stanziare 100 milioni di euro in 5 anni (20 milioni/anno).

Piccolo particolare, il Governo dei condoni prevede che, anche con un piccolo abuso, in un condominio, Per tutti i condomini sarebbe impossibile accedere al tanto decantato 50% della spesa.

Questo ovviamente, se l’edificio o lo stabile, in generale, sono all’interno della cosiddetta zona rossa relativa al rischio sismico”. Un metro al di fuori, non è possibile e, per questo piccolo particolare, ho avuto il secondo momento di attrito con il Ministro.

Chiedo a me stesso, il limite della zona rossa relativa al rischio sismico, senza gli studi di pianificazione dei quali accennavo in precedenza, come è stato tracciato?

Per andare alla conclusione, di questa mia sequenza di pensieri, impressioni e racconti, quello che mi è ampiamente chiaro è che, a nessun livello istituzionale, interessa lavorare in prevenzione. Perché non è economicamente vantaggioso. Si preferisce agire in emergenza, erogare pochi spiccioli di presunto sostegno a chi ha avuto la sfortuna di essere colpito da questa calamità naturale.

La consapevolezza di avere di fronte un mondo sfornito dei necessari strumenti di analisi politica e, cosa ancora più grave, una classe politico istituzionale di basso profilo, con qualche rara eccezione che, purtroppo conferma la regola, a partire dall’inutile Consiglio Municipale di Bagnoli/Fuorigrotta, per finire alle massime rappresentanze del Governo, non ci rende meno disponibili alla lotta, questa volta per dare sostegno ai Cittadini di Bagnoli e dei Campi Flegrei ma, in generale, per tutte le istanze che possano rendere dignità agli Esseri Umani.

Lamberto Lamberti