Gennaio 2024, inizia il semestre nero

L’anno 2024 si apre con la pubblicazione da parte del commissario per Bagnoli, nonché Sindaco di Napoli (e presidente della Città Metropolitana), ora anche presidente nazionale dell’ANCI, ing. Manfredi, di un documento sullo stato di attuazione del PRARU e sui temi strategici. Fin dal titolo dunque la volontà del commissario è chiara, il suo intendimento non è solo applicare quanto definito negli strumenti urbanistici, ma modificarne i contenuti e le scelte secondo le sue opzioni. Il che come vedremo è denso di conseguenze configurando il colpo finale al piano De Lucia e la chiusura dei pochi spazi rimasti per un risanamento e una riqualificazione del territorio sostenibili e coerenti con gli interessi collettivi.

Il quadro dei finanziamenti introduce il rapporto. L’attenzione va posta sulla seconda tabella, in buona sostanza quella che indica le modifiche apportate con la richiesta commissariale di rimodularli. Si tagliano tutte le voci a favore di un’abnorme crescita della spesa per la bonifica a terra che viene quasi triplicata, mentre scompaiono o sono fortemente ridimensionate le voci di interesse generale:

  • Rimozione della colmata: da 50 e passa milioni di euro a poco più di 8 milioni.
  • Esecuzione del parco urbano: da 78 milioni a 0.
  • Infrastrutture idriche: da 69 milioni a 13.

Tutte le altre voci sono ridimensionate, eccetto, e non è casuale, quella relativa alla progettazione di interventi per il risanamento marino.

Il capitolo Risanamento ambientale a terra ci informa dei progressi compiuti nel risanamento ambientale dall’ex area Eternit a quella del Parco dello Sport, e soprattutto la quasi ultimazione della bonifica dei lotti 1 e 2 che è bene ricordare sono quelli dove sono previste quasi esclusivamente volumetrie residenziali, ricettive ecc. tra cui un grande parcheggio a ridosso della Città della scienza. Del tutto aleatoria resta la bonifica delle aree destinate al parco urbano (cfr il capitolo 2.4).

Tirando le somme di questa parte del rapporto, possiamo affermare che la priorità per Manfredi è fare in modo da avviare quanto prima le attività edilizie attraverso lottizzazioni a favore di privati di varia e dubbia natura; in questo caso l’interesse pubblico rimane del tutto sullo sfondo in un quadro di incertezza che non promette nulla di buono. Non vale la motivazione più volte adombrata relativa alla necessità di fare cassa. Le risorse ci sono come abbiamo potuto apprendere dalla tabella sulle disponibilità finanziarie (cfr il capitolo 1) e a maggior ragione di fronte alla richiesta esorbitante come vedremo in seguito di ulteriori finanziamenti pubblici pari a oltre 1 miliardo e 200 milioni. Si delinea con nettezza non solo la volontà di un assalto in grande stile a ingenti risorse pubbliche, ma un futuro assetto del territorio tutto piegato sugli interessi privati.

La terza parte è dedicata al risanamento dell’ambiente marino. Qui, verrebbe da dire, siamo davvero in alto… mare Praticamente anno zero. La richiesta è di oltre 600 milioni. Ma tra le righe emerge soprattutto la volontà di abbandonare il progetto di rimozione della colmata, fondamentale per la realizzazione della legge del ’96 che imponeva il ripristino della morfologia naturale della linea di costa. Insomma si auspica una radicale modifica della riqualificazione del territorio, intanto in attesa che il Parlamento cambi la legge, Manfredi come dire si porta avanti col lavoro sottraendo i 50 milioni e passa stanziati per questo progetto destinandoli come abbiamo visto alla creazione delle condizioni per favorire lottizzazioni speculative e affaristiche (cfr tabelle quadro dei finanziamenti, capitolo 1).

Il punto 4 descrive lo stato della rigenerazione urbana.

A oggi mancano del tutto le risorse per infrastrutture, parco urbano, per i progetti di archeologia industriale, qualcosa c’è ed è destinata a waterfront, borgo Coroglio, porta del parco. In buona sostanza ciò che qualificherebbe dal punto di vista dell’interesse collettivo il piano di rigenerazione urbana è ad oggi senza risorse. Seguono poi sempre in questa parte del documento gli interventi di altri soggetti di cui il più interessante potrebbe risultare, se venisse fornito un quadro dettagliato, il polo tecnologico dell’ambiente.

Il documento si chiude con l’indicazione dei temi strategici di cui pensiamo che vada attenzionata la quantificazione del fabbisogno finanziario in 1 miliardo 219 milioni di euro.

Rimandiamo alla lettura integrale del rapporto l’approfondimento delle questioni che abbiamo tralasciato e che pure meriterebbero di essere segnalate. Non solo per ragioni di spazio ci siamo soffermati solo sui passaggi della attività del commissario che riteniamo illuminanti di una politica tutta piegata verso processi di privatizzazione in buona parte non del tutto chiari. Il nostro giudizio è che su Bagnoli incombano interessi particolari rilevanti che vengono quasi sollecitati a farsi avanti grazie a una politica istituzionale che abbassa sempre più vincoli e condizioni di rispetto pubblico. Bisogna vigilare e nei limiti del possibile opporsi con forza. Anche perché analizzando come il patto politico destra / sinistra si è consolidato attraverso gli incontri e gli accordi prima a marzo tra Manfredi e Fitto e successivamente a luglio con la sottoscrizione dell’accordo di coesione in presenza anche di Meloni e De Luca, possiamo valutare quanto il blocco di potere politico-economico finanziario sia forte e determinato nel perseguimento di fini e interessi inconfessabili.