Riflessioni sul contenuto del Bollettino dell’Osservatorio Vesuviano per il mese di aprile 2025

di Giuseppe Luongo * (Pozzuoli, 7.5.2025)

In questo mese il terremoto di maggiore energia è stato di MD=2.9. La sismicità di minore energia ha interessato tutta l’area sismogenetica nota, con al centro Pozzuoli per un raggio di circa 3-4 km, con la concentrazione degli eventi nella fascia che si sviluppa da Bagnoli-Accademia a Cigliano, attraverso Agnano-Pisciarelli-Solfatara. In profondità i sismi si distribuiscono prevalentemente tra 1 e 3 km. La velocità del sollevamento del suolo ad aprile è stata di 15 mm/mese con un errore di +- 5 mm. Nel Bollettino compare la curva del sollevamento del suolo dal 1° gennaio al 30 Aprile 2025. Nel seguito descrivo l’andamento della curva perché è la risposta del suolo alla spinta in profondità. Il fenomeno mostra il succedersi di pulsazioni che iniziano con un incremento della velocità del sollevamento e termina con la tendenza ad annullarsi.  In questi ultimi tempi si osserva una lieve tendenza alla riduzione della velocità del sollevamento che potrebbe anticipare un’ulteriore riduzione, segnalando il termine della pulsazione. La natura della sorgente agente in profondità è la mia interpretazione di carattere vulcanologico.

Se non si comprende quale sia il processo che genera la deformazione del suolo ci si arrampica sugli specchi per giustificare l’andamento della curva del sollevamento. Se il sollevamento mostra una velocità costante, questa condizione può attribuirsi ad un’azione costante in profondità. Le variazioni di velocità osservate nel corso dello sviluppo del fenomeno possono attribuirsi a pulsazioni nella spinta. La deformazione osservata mostra il comportamento visco-elastico del mezzo. Il sollevamento avviene in prevalenza con una deformazione viscosa (senza fratture e sismi). Il comportamento rigido del mezzo è provato dalla sismicità, che rappresenta la liberazione dell’energia elastica accumulata con la spinta. Si può rilevare che l’efficienza sismica è molto bassa. Il fenomeno può essere considerato una macchina termica (energia termica fornita dal magma in profondità) a bassa efficienza (solo una piccola parte dell’energia termica si trasforma in energia meccanica con la deformazione lenta e i terremoti). L’andamento della deformazione del suolo in superficie dipende dalla profondità della sorgente di spinta. Se la spinta migrasse verso la superficie, avremmo una modifica nella forma della deformazione in superficie. Osserveremmo che l’area centrale interessata dalla deformazione si solleverebbe maggiormente rispetto alle aree circostanti. Questa condizione non si registra, pertanto può ritenersi che la spinta non migri verso la superficie.

Infine, alla deformazione contribuiscono anche i sismi con il meccanismo di rottura per il moto relativo dei blocchi separati dalla superficie di faglia. Questo contributo è contenuto ed è rilevabile solo con gli eventi di maggiore energia in seguito alla registrazione del moto del suolo attraverso i sensori GPS. La deformazione nella parte centrale della caldera (Pozzuoli Porto, Solfatara, Accademia e aree limitrofe) genera terremoti in regime tensile, mentre nell’area periferica i terremoti sono generati in regime compressivo. I primi producono subsidenza, mentre i secondi sollevamento. La subsidenza prodotta dai sismi tensili di più elevata energia si somma al sollevamento viscoso, mascherandolo in parte o annullandolo. Nell’area compressiva, in gran parte in mare, le stazioni GPS sono troppo distanti dall’evento per rilevare il contributo del sisma alla deformazione viscosa. Nel Bollettino settimanale le osservazioni geochimiche si riducono al dato del flusso di CO2 e alla misurazione in continuo della temperatura alle fumarole di Pisciarelli. Il commento che accompagna la presentazione di questi dati evidenzia una condizione stazionaria nell’incremento del fenomeno. Ma il flusso sul lungo periodo mostra variazioni significative. Probabilmente la variazione osservata non è considerata significativa anche quando il flusso aumenta o diminuisce di 2-3 volte il suo valore…

* Giuseppe Luongo, Professore Emerito geofisica Università Federico II, già direttore Osservatorio  Vesuviano INGV