Il caso amianto a Bagnoli

Paolo Fierro, Vicepresidente Nazionale Medicina Democratica, Coordinamento per il Diritto alla Salute della Campania

Nello studio ICRAM*, nell’insieme delle analisi ambientali di Bagnoli Coroglio, si rilevava un elemento apparentemente paradossale e cioè il mancato rilievo di fibre d’amianto nei risultati relativi al suolo ed alle acque di questo tratto della nostra area SIN.

Perché parliamo di paradosso? Perché l’utilizzo dell’asbesto per i cicli produttivi su questo territorio è ampiamente documentato dalla storia industriale del sito e dai dati clinico-epidemiologici desumibili da un apposito registro, il ReNaM che raccoglie i casi di mesotelioma registrati negli anni e distribuiti per aree distrettuali.

Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Secondo le stime dell’Associazione italiana registro tumori (AIRTUM), nel 2020 erano attesi circa 1.500 casi tra gli uomini e 500 tra le donne. Il picco massimo, secondo valutazioni di esperti, è atteso per il 2025, cioè l’anno corrente.

Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, un materiale che è stato utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.**

Il mesotelioma colpisce prevalentemente i lavoratori addetti ai cicli produttivi che hanno utilizzato questo minerale per il suo basso costo e le sue proprietà di isolante, la straordinaria resistenza alla trazione, l’essere ignifugo, fonoassorbente e termoisolante, per la scarsa conduzione del calore, la buona resistenza agli attacchi chimici. Il mesotelioma è un indicatore indiscutibile dell’esposizione all’amianto e quindi della presenza della fibra nell’ambiente. Nonostante sia una malattia prevalentemente professionale anche la popolazione dei territori ospiti di tali lavorazioni risulta esposta a tale rischio.

Nello specifico quali sono le lavorazioni che nel territorio Bagnoli Coroglio hanno utilizzato in quantità massicce l’asbesto? Ce lo dice il Registro mesoteliomi regionale COR Campania. Sono l’Eternit di Bagnoli per l’industria del cemento-amianto (dismessa nel 1986), l’Italsider Bagnoli per il settore metallurgico (ciclo completo siderurgia – dismessa nel 1992).

Bagnoli (NA) – Zona industriale vista dal Parco della Rimembranza (Posillipo), con la Cementir (in primo piano) e l’Italsider subito dopo. Autore sconosciuto.

Si tratta quindi di tonnellate di amianto pervenute nell’area e trattate per qualche decennio in poderosi stabilimenti che costituivano il motore industriale di tutta l’Italia meridionale.

Posto quindi che l’amianto nel SIN Bagnoli Coroglio c’è stato in quantità massicce e che le bonifiche sono state parziali, la conseguenza è che l’ICRAM non aveva metodologia idonea a rilevarlo e che il pericolo sussiste. In ogni caso si dovrebbe avere approntato un meccanismo di monitoraggio basato su rilievo di dati epidemiologici aggiornati e sorveglianza sanitaria degli esposti, che non saranno solo gli ex dipendenti Eternit e Italsider ma anche i residenti delle abitazioni limitrofe agli impianti.

Che il problema non sia esclusivo dei lavoratori lo dimostra una sentenza del tribunale di Napoli che condanna i dirigenti dell’Eternit di Bagnoli per il decesso per mesotelioma di una residente del quartiere residente nelle vicinanze della fabbrica.

Sulla gravità dell’esposizione fa fede il seguente grafico elaborato dai dati del Registro nominativo delle cause di morte, RENCAM, dell’ASL Napoli 1****

Il tasso di mortalità per mesoteliomi più alto, di 3,16 x 100.000 abitanti, corrisponde alla colonna del distretto 25, cioè Bagnoli, Fuorigrotta e Cavalleggeri, quasi doppio di Pianura, distretto 26, limitrofo, e più del doppio di Napoli orientale, distretto 32.

Questo dato aggiornato al 2007, a distanza di 38 anni, andrebbe aggiornato, tanto più che secondo gli esperti il picco massimo dovrebbe essere raggiunto quest’anno, 2025.

La pubblicazione più recente ci risulta essere il rapporto ANGIR del 2013 (Associazione Napoletana Giovani Ricercatori) che focalizza l’attenzione sull’area di Bagnoli-Fuorigrotta e conferma il suo primato nell’incidenza del mesotelioma rispetto alla città di Napoli e alla media dati AIRTUM dell’intero paese.

Quello che segue è tratto dalla presentazione del rapporto A.N.Gi.R. – Osservatorio Oncologico 2008-2012 (pag 26):

Si tratta di dati importanti che confermano la gravissima esposizione pluridecennale alla fibra killer e la necessità di un monitoraggio attuale.

A questo punto vogliamo sottolineare le contraddizioni insite divulgazione dei dati relativi a questa malattia terribile, a prognosi generalmente infausta e quindi necessariamente da porre all’attenzione delle popolazioni e delle autorità sanitarie .

Ecco la ricerca dei dati sul Mesotelioma in Campania disponibili al 27 novembre 2024 – a cura del dottor Stanio Loria – per Medicina Democratica.

Premesso che il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM) è la fonte ufficiale, in cui convergono tutti i Mesoteliomi Maligni (MM), che pubblica rapporti periodici in cui descrive l’attività e i risultati della sorveglianza epidemiologica, l’ultimo rapporto è stato pubblicato nel 2021, ed è la VII edizione.

Documento n.1 E’ l’ultimo rapporto ReNaM, la VII edizione del 2021.

Documento n.2 E’ la pagina 173 di tale rapporto, relativa al Centro Operativo Regionale (COR) della Campania: si riporta che tale sezione del Registro contiene dati di incidenza dal 2001 al 2014.

Si precisa che il Centro Operativo Regionale della Campania ha sospeso le attività e non è operativo dal 2018.

Documento n.3 E’ la rubrica dei contatti di tutti i Centri Operativi Regionali (COR): per la Campania si legge che è CHIUSO e non ci sono nominativi di riferimento.

Documento n.4 E’ estratto dal V rapporto ReNaM – edizione 2015. E’ l’ultimo rapporto in cui sono riportati i dati del Centro Operativo Regionale della Campania, ma non distribuiti per territorio.

Documento n.5 E’ la presentazione della tesi del dott. Domenico Ciavattore che, discussa il 29/7/2011, riporta i dati di mortalità del Registro Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM), in particolare quelli registrati dal 2001 al 2007, così come fornitici dal Servizio Epidemiologia della ASL Napoli 1.

Nella slide n.16 è riportato il tasso di mortalità distribuito per distretti sanitari. E’ facile notare che quello più alto riguarda i residenti del distretto 25 (Fuorigrotta, Bagnoli). Con valori dimezzati seguono il distretto 26 (confinante con il distretto 25) e il distretto 32, quello di San Giovanni, Barra e Ponticelli. In tal modo si delinea il contributo professionale al Mesotelioma Maligno delle due zone industriali della città.

Come è evidente c’è una discrepanza tra il contenitore nazionale, il ReNaM , e il fornitore locale dei dati, il COR Campania che ha fornito dati relativi a 14 anni fa e addirittura ha interrotto le sue attività dal 2018 . Non si sa perché e non si sa quando si riattiverà .

  • Indice dei riferimenti storici e bibliografici .

*ICRAM -Istituto Centrale di Ricreca Scientifica e tecnologica Applicata al Mare .E’ visibile lo studio sul mare di Bagnoli sul sito ISPRA .

** AIRC -Guida tumori -6/7/2021

***Con la Legge 27 marzo 1992 n. 257, l’Italia mette al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietandone “l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione” secondo un programma di dismissione per il quale non sono ammesse deroghe ed il cui termine ultimo è scaduto nell’aprile 1994.

Dal 1992 (data di proibizione all’uso) ad oggi, si sono succedute una serie di norme per regolamentare questo minerale, diffuso in ogni settore produttivo:

  • Legge 257/1992 (Norme sulla cessazione dell’uso dell’amianto)
  • D.M. 6 Settembre 1994 (Decreto attuativo della legge 257/1992)
  • D.M. 14/05/96 (All.4 – Amianto naturale pietre verdi) + (All.5 – Programmi accreditamento laboratori che analizzano l’amianto)
  • D.Lgs 152/2006 (rifiuti e bonifiche siti contaminati)
  • D.Lgs 81/2008 (Art. 251 – Misure di prevenzione e protezione)
  • Decreto Legislativo n. 121 del 3 settembre 2020 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti)

Il successivo Decreto Ministeriale 06 settembre 1994, decreto attuativo della legge 27 marzo 1992, n.257, stabilisce normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie.

****EPIDEMIOLOGIA DEI TUMORI PROFESSIONALI – L’attuale Sistema Informativo anche alla luce di un utilizzo locale dei dati, Tesi di specializzazione IN IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA, Direttore: Prof.ssa M. Triassi, relatore dr. Stanislao Loria, Candidato Domenico Ciavattone.