1 miliardo e 200 milioni, una cifra imponente, soprattutto di questi tempi! Lo stravolgimento di una legge e di un piano definiti nel corso di trent’anni, un autentico colpo di mano! Un dichiarato antagonismo politico, nella realtà delle cose solo apparente, tra Governo nazionale di destra e le giunte locali di centro sinistra. Tutto avrebbe spinto per un lavorio, leggesi confronto democratico, dai tempi lunghi. Con vivaci invettive pubbliche e annessi media e intellettuali di complemento a scambiarsi accuse e accigliate ripicche. Ebbene niente di più falso! A gennaio ’24 il commissario sindaco – e tanti altri incarichi di cui abbiamo perso il conto – Manfredi avanza la duplice richiesta: da un lato una montagna di soldi, dall’altro con motivazioni tecniche tutte da verificare, è lui a sostenerlo, suggerisce di apportare una radicale modifica ad una legge dello Stato trentennale.
Qualche mese dopo – precisamente a marzo – incontro tra il ministro Fitto e il summenzionato Manfredi che sancisce tra reciproci attestati di benemerenze l’accoglimento da parte del governo delle richieste commissariali. Una piccola teatrale baruffa viene inscenata dal Presidente della Regione che lancia una duplice accusa, drammatica la prima, definendo l’accordo uno scippo dei finanziamenti ai danni di altri progetti già definiti e in via di istruzione, la seconda sarcastica: lo stanziamento dei fondi è un bluff! Ovviamente la farsa di de Luca rientra in un batter di ciglia e l’accordo Fitto/Manfredi procede spedito tanto che a maggio viene emanato il decreto che lo recepisce e che impegna le parti a sottoscrivere nel più breve tempo un protocollo di intesa per blindarne i contenuti. In buona sostanza quando a metà luglio si danno convegno a Bagnoli i quattro protagonisti della vicenda per formalizzare gli accordi, sono trascorsi appena sei mesi. Un’efficienza asburgica!
Veniamo ai contenuti di quanto previsto nel decreto legge del 7 maggio 2024 n. 60, ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione (e nel successivo protocollo di intesa).
Quello che ci interessa è l’art. 14 capo III (Disposizioni per lo sviluppo e la coesione territoriale), titolo I (misure di riforma della politica di coesione). Analizziamolo nel dettaglio.
L’intestazione dell’articolo recita “Disposizioni in materia di interventi da realizzare nel territorio del Mezzogiorno e affidati a Commissari straordinari di governo”. Il primo comma indica in trenta giorni il termine per la sottoscrizione tra Presidenza del consiglio e Commissario di governo di un protocollo di intesa che individui i progetti finanziabili e i relativi cronoprogrammi finanziari e procedurali. Tempi ultra stretti, dunque. Il comma 2 definisce il quadro dei finanziamenti che in totale nel periodo 2024/2029 ammontano a 1.218 milioni di euro, con una erogazione negli anni così articolata: 28 milioni per il 2024, 90 per il 2025, 100 per il 2026, 200 per il 2027, 400 per ciascuno degli anni 2028 e 2029. Da questa diluizione negli anni, e soprattutto la concentrazione nell’ultimo periodo di attuazione del progetto della gran parte delle risorse avanziamo il sospetto, se non la certezza, che qualcosa di stonato in questa programmazione ci sta. Da dove vengono questi soldi?
Sempre il comma 2 ci chiarisce che vengono reperiti da finanziamenti già previsti per la Campania (da qui l’incazzatura di De Luca) nel Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021/2027. Il comma in questione che ricordiamolo definisce l’erogazione dei finanziamenti, si chiude in modo strano, per non dire sospetto. Che bisogno c’è di dare “evidenza” al contenuto del comma 2 nell’Accordo per la coesione con la Regione Campania, all’epoca tutto da definire e firmare, se non quello di rabbonire il tempestoso governatore?
Veniamo al golpe legislativo. Al comma 3 lettera a in un rigo si cancella il fondamento del risanamento sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale di Bagnoli: ”a) al comma 14, le parole: «… comprensivo del ripristino della morfologia naturale della costa in conformità allo strumento urbanistico del Comune di Napoli» sono soppresse”. In soldoni salta la rimozione della colmata. Senza un minimo di argomentazioni, discussioni, confronti. Vale la filosofia del marchese del Grillo!
Seguono poi disposizioni procedurali che vanno analizzate per la loro estrema complessità tecnico-giuridica con un’apposita riflessione.
Il protocollo di intesa firmato a luglio recepisce il quadro delle attività, lo stato dell’arte, il cronoprogramma dei diversi progetti già contenuti nel documento commissariale del gennaio 2024.
Per finire, questo è il terreno su cui chi vorrà difendere trent’anni di lotte per garantire un futuro sostenibile a Bagnoli e alla città, si troverà a cimentarsi con la consapevolezza che avrà di fronte un blocco politico compattato in modo granitico dal cemento delle privatizzazioni e degli affari, fortemente orientato a scelte e comportamenti opachi e autoritari, ben sostenuto dal caravanserraglio compiacente di mass-media, intellettuali etc. e soprattutto, passivamente, dall’insofferenza e stanchezza della gente che di fronte al nulla potrebbe accontentarsi di quanto alla fine passa il convento.
E invece con testardaggine, senza timore dobbiamo ribadire: meglio niente, piuttosto che far male!