di Raffaele Tecce – Segreteria nazionale di Rifondazione Comunista
Un contributo ad una riflessione critica sulla situazione attuale di Napoli, con particolare attenzione a Bagnoli e alle sue problematiche urbanistiche e sociali. Viene evidenziata la mancanza di piani di sviluppo e tutela, insieme a una critica alle scelte delle amministrazioni locali.
Tempi tristi per una riflessione su Bagnoli e per una riflessione sulla Città. Tempi tristi anche senza volersi collegare alla drammaticità della situazione attuale caratterizzata da un rinnovato impulso bellicista e dalla improvvisa scomparsa di tutto un sistema di valori che aveva caratterizzato il mondo post sessantotto.
La nostra Città, probabilmente perché non fatta oggetto di particolari mire speculative come Milano e Roma, aveva potuto fare un tentativo per elaborare una visione di città parzialmente originale e attenta alla tutela e alla conservazione dei beni paesaggistici e culturali che Le appartenevano.
Napoli, unico Centro Sorico riconosciuto dall’Unesco nella sua interezza Patrimonio dell’Umanità, Napoli contenitore di Monumenti e Storia come poche Città al Mondo, e godendo di Bellezze naturali incomparabili, meritava del resto una particolare tutela.
E per qualche breve spazio temporale sembrava che sarebbe stato possibile, grazie alla coscienza diffusa che le lotte operaie e degli studenti del ’68 avevano saputo innestare soprattutto nei quartieri operai.
Infatti, il Piano elaborato da Vezio De Lucia sul finire del secolo scorso aveva addirittura individuato una componente strutturale, di orizzonte temporale indeterminato, per tutelare il territorio per motivi di sicurezza, da rischi naturali e antropici, o per la presenza di valori naturalistici, agronomici, ambientali, storici.
E così, riconoscendo le debite opportunità laddove le esigenze di tutela e conservazione si rivelavano meno pregnanti, si offriva la possibilità del nuovo, si tutelavano le iniziative private senza soggiacere acriticamente ad esse.
Ma nessun progetto è stato rispettato, nessuna idea tutelata, nessuna linea di indirizzo valorizzata.
Sono scomparse le Periferie, mentre le Vele di Scampia sono lì, inabitabili ma abitate fino al fatidico crollo, ampiamente annunciato, della passerella, inagibili, ma piene di bambini e bambine il cui futuro, quando ci sarà, è già segnato. Ma quali erano le scelte di Iervolino, de Magistris e Manfredi sull’area? Nessuna… stipulare accordi, costituire CABINE di regia, distribuire “nomine” ad amici e parenti e far arrivare i FINANZIAMENTI per cosa? Non si sa.
Il Centro Direzionale è rimasto inattuato e regalato ai privati e la presunta parte pubblica, tanto accanitamente difesa da Vezio De Lucia, rimasta una volumetria sulla carta! Ma nel frattempo la Iervolino aveva smantellato il mercato ortofrutticolo, distrutto il tessuto sociale, liberato le aree e progettato fantomatici interventi pubblico privati e de Magistris ha risarcito i danni corrispondendo ai privati milioni e milioni di pubblico denaro per la mancata attuazione del project financing: ma quali erano le scelte dell’Amministrazione sull’area?
A Bagnoli la colmata è tranquillamente lì dove era ed anzi de Magistris e Sodano sono arrivati a pensare, e scrivere, che per metà si poteva eliminare e per metà trasformare in “balconata sul mare”! Se ci si affaccia dagli splendidi belvedere di Posillipo (invarianza urbanistica) si vede, “un desolante e inquietante paesaggio di deserto industriale!”
Un filo rosso? Sì, del sangue degli operai e delle loro mogli che hanno sempre saputo che tutte le “promesse” sarebbero rimaste tali!
E il Centro storico dell’Unesco? Il Piano di gestione viene scritto da Belfiore e dalla Iervolino, ma l’Amministrazione de Magistris non ha mai ritenuto di occuparsene o di attuare. Troppo occupati nelle adozioni dei beni comuni (sic!), i monumenti furono dati ai pubblicitari… e Piscopo intanto impiegò due anni solo per “formare” la Commissione per il paesaggio: e così ai beni culturali e al paesaggio… si poteva dire addio, affidandosi alle Balene di turno!
Ma intanto Piscopo ideava il grande piano di risanamento dell’abusivismo edilizio magnificato ed esaltato dalla Stampa Cittadina che era… una delibera inapplicata che simulava l’abbattimento di una ventina di manufatti, ma innestava la più stupida operazione sull’abusivismo edilizio che si ricordi nella storia!
E Panini? Ben coordinato. Mancava la programmazione del turismo, diventato mezzo per privare famiglie normali e studenti fuori sede di un tetto in nome degli interessi immobiliari, mancava la programmazione del commercio, e si aprivano autorimesse e supermercati dovunque, anche sotto le Chiese in pieno centro storico. Occupati da anni a fingere di programmare i colori degli Ombrelloni, hanno totalmente distrutto, disapplicato, ignorato il Piano Regolatore, rimanendo interessati solo ad “assegnare” a sconosciute associazioni, più o meno legate ai partiti politici adottanti, i gioielli della Città!
E le case popolari assegnate o da assegnare? Qualcuno voleva venderle ed altri lasciarle agli occupanti abusivi: Nessuno però le riparava, nessuno le ha ristrutturate e manutenute.
La programmazione urbanistica è il “quadro organico” delle azioni che si devono compiere per affrontare e risolvere un problema. Se il programma non c’è, significa che c’è totale disinteresse al problema!
E intanto la Città sta crollando e ci sono i morti, non solo di di camorra, ma da degrado urbano!
I soldi arrivano, i Patti si stipulano, i Comitati si costituiscono e gli amici ricevono nomine e compensi ma di quali siano gli obiettivi da perseguire o perseguiti nulla è dato sapere e si può solo passeggiare per la città e verificare le condizioni dei suoli prospicienti la parte privata del Centro Direzionale laddove il pubblico doveva godere dei propri volumi e verificare che, per effetto indiretto ma ovvio, il degrado ha già assorbito anche la “parte privata”. Recarsi a Scampia e nelle periferie tutte e dare uno sguardo alle condizioni di degrado, non urbanistico in senso lato, ma abitativo e umano, in cui si trovano uomini donne e bambini.
Passeggiare fuori del salotto cittadino e vedersi circondati di immondizia e condizioni igienico sanitarie da terzo mondo. Guardare il Parco della Marinella, ancora ad oggi solo recintato… pensando ai progetti e ai finanziamenti infiniti sull’opera… dando un’occhiata alle palme puntellate fin dall’origine, alla presunta pista ciclabile senza le biciclette e al finto “monumento” che chiude o apre l’accesso alla via Marina o venire a Bagnoli dove la colmata è ancora dov’era e dove sarà per sempre, senza che nessuno abbia spiegato se era vero che doveva essere smantellata o se su essa si erano spesi mari di menzogne.
L’unica riflessione politica che mi pare possibile è quella di invocare l’attenzione delle comunità, sollecitare la formazione di comitati, di gruppi di cittadini, di movimenti che, dal basso, tentino di scalfire questa impenetrabile barriera del Potere, pretendendo la tutela del diritto alla salute, del diritto all’ambiente, del diritto alla casa e del diritto alla vita.
Ma sembra che si debba e possa, per dirla con frase del sessantotto… contare solo sulle proprie forze!